TEATRO “BEATO CONTARDO FERRINI”


UNA GRAZIOSA STRUTTURA LIBERTY NEL CUORE DI ADRIA
Pur essendo un piccolo organismo Parrocchiale sorto a beneficio della Cattedrale, il “FERRINI” è diventato ben presto un importante punto di riferimento culturale per l’intera città e territorio. Proprio per questo è ormai aggregato alla gloriosa schiera dei “teatri minori” adriesi.

LE ORIGINI
Adria portava ancora i segni dell’Interdetto per i fatti dei 1909 che turbarono tante coscienze. Consapevole di ciò, il Papa Veneto San Pio X decise di inviare in Polesine un dinamico Vescovo mantovano non ancora quarantenne, del quale conosceva le capacità spirituali note quando ancora egli reggeva la diocesi della città dei Gonzaga. Fin dal suo ingresso in Cattedrale avvenuto il 15 Dicembre 1913, Mons. Anselmo Rizzi si accorse che ai giovani adriesi mancava una struttura in grado di catalizzare le loro energie, indirizzandole verso una solida formazione cristiana. Proprio per dare AdriaFerrini1un segno concreto della sua attenzione ai giovani, il Presule fece abbattere le stalle e rimesse del palazzo vescovile, affidando all’ing. Giuseppe Fidora l’incarico di realizzare un Teatro Parrocchiale destinato appunto a luogo di crescita spirituale e di svago. Si può dire che alla fine del 1914 il Teatro fosse già quasi del tutto terminato. Purtroppo però non poté essere adibito allo scopo per cui fu realizzato a causa di eventi bellici. Allo scoppio della prima Guerra Mondiale infatti, la struttura teatrale fu requisita (come avvenne per altri teatri, edifici e sale) dalle autorità militari che ne ricavarono un Magazzino viveri, eccetto però per il periodo Novembre 1917 — Dicembre 1918 nel quale servì come accantonamento di truppa. (Non esistono documenti comprovanti, ma qualcuno ha ricordato che il Teatro fu occupato dai profughi provenienti dall’Altopiano d’Asiago nel Dicembre 1916).

PALESTRA DI VITA PER I GIOVANI
Adria portava ancora i segni dell’Interdetto per i fatti dei 1909 che turbarono tante coscienze. Consapevole di ciò, il Papa Veneto San Pio X decise di inviare in Polesine un dinamico Vescovo mantovano non ancora quarantenne, del quale conosceva le capacità spirituali note quando ancora egli reggeva la diocesi della città dei Gonzaga. Fin dal suo ingresso in Cattedrale avvenuto il 15 Dicembre 1913, Mons. Anselmo Rizzi si accorse che ai giovani adriesi mancava una struttura in grado di catalizzare le loro energie, indirizzandole verso una solida formazione cristiana. Proprio per dare un segno concreto della sua attenzione ai giovani il Presule fece abbattere le stalle e rimesse del palazzo vescovile, affidando all’ing. Giuseppe Fidora l’incarico di realizzare un Teatro Parrocchiale destinato appunto a luogo di crescita spirituale e di svago. Si può dire che alla fine del 1914 il Teatro fosse già quasi del tutto terminato. Purtroppo però non poté essere adibito allo scopo per cui fu realizzato a causa di eventi bellici. Allo scoppio della prima Guerra Mondiale infatti, la struttura teatrale fu requisita (come avvenne per altri teatri, edifici e sale) dalle autorità militari che ne ricavarono un Magazzino viveri, eccetto però per il periodo Novembre 1917 — Dicembre 1918 nel quale servì come accantonamento di truppa. (Non esistono documenti comprovanti, ma qualcuno ha ricordato che il Teatro fu occupato dai profughi provenienti dall’Altopiano d’Asiago nel Dicembre 1916).

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CONTARDO FERRINI: PATRONO DEL TEATRO
Fin dalle origini il Vescovo Mons. Rizzi suggerì di intitolare il Teatro a Contardo Ferrini, giurista di fama internazionale, ordinario di diritto romano in varie Università (Messina, Modena e Pavia), morto in concetto di santità nel 1902, beatificato da Pio XII nel 1947 e proposto dalla Chiesa come protettore degli studenti. In un’epoca in cui i docenti universitari erano per lo più anticlericali, Contardo Ferrini fu legato alla Chiesa Cattolica esprimendo una forte religiosità interiore ed una chiara adesione alle opere di carità, segnando in tal modo una svolta decisiva verso un Cristianesimo attento alle esigenze degli umili, come aveva sperimentato nella sua attiva partecipazione alle Conferenze di San Vincenzo milanesi. Quale migliore modello poteva essere proposto ai giovani adriesi?

LE STRUTTURE ARCHITETTONICHE DEL TEATRO FERRINI
Di dimensioni contenute ma assai armonico nelle sue linee, il complesso teatrale venne costruito secondo l’architettura tipica dei primi decenni del 1900. La sala, realizzata con sobria eleganza è sovrastata da un’ampia loggia. Prospiciente alla sala si apre un palco magnifico dotato di camerini e servizi per gli artisti. Di grande effetto sono le colonnine ed i capitelli neo-rinascimentali a cui si sovrappone un disegno liberty come nella balconata del loggiato, con parti sporgenti bombate e con decorazioni tipicamente ispirate al fenomeno estetico culturale della così detta “Arte Nuova”. Per questi motivi, il Soprintendente per i Beni Ambientali e Architettonici di Verona, Architetto Scurati Manzoni, con una sua “declaratoria” ha definito l’edificio “esempio meritevole di conservazione”. Il teatro “Beato Contardo Ferrini” rimane privilegiato luogo d’incontro di molte generazioni, adeguandosi alle istanze dei tempi: sarà anche una frequentatissima sala di proiezio- ne di film e di documentati per fanciulli, giovani e adulti. Il dopo alluvione (novembre 1941) segna l’inizio del suo declino. L’avvento della televisione ne accelera la decadenza, sino alla sua chiusura, sostituito nelle sue funzioni dal nuovo Centro Giovanile “S. Pietro”, voluto e realizzato dall’Arciprete Mons. Pietro Mazzocco. Una desolante trascuratezza lo investe allora sia per mancanza di risorse finanziarie, sia a causa delle nuove norme di legge sulla sicurezza dei pubblici locali che ne decretano l’inagibilità oltre ai vincoli monumentali imposti dalla Soprintendenza. Dobbiamo all’Arciprete Mons. Lino Dalla Villa, alla sua puntigliosa caparbietà nella costante e paziente opera di convinzione, il recupero dell’edificio che si può oggi nuovamente ammirare nella sua originale realizzazione. Riaperto nel 1999 grazie all’impegno personale di Mons. Dalla Villa, il glorioso Teatro “Ferrini” prosegue ora la sua attività sotto la guida spirituale e pastorale dell’Arciprete Mons. Mario Furini, che lo ha completato e reso perfettamente funzionale con tutti i servizi (camerini, depositi, uffici, direzione e agibilità necessarie) e la guida amministrativa e artistica del cav. Francesco Doati, con i suoi validi collaboratori volontari.

(a cura di Aldo Rondina)