CRIPTA
Quella che viene impropriamente denominata Cripta è, in realtà, ciò che rimane della seconda Cattedrale, edificata all’interno dell’area fortificata del Castello sul finire del sec. IX. Essa sostituiva, infatti, la Chiesa più antica che sorgeva nel quartiere Tomba, al limite della città romana. L’antico sacello fu rinvenuto per puro caso durante lo scavo delle fondamenta della Cattedrale attuale, il 20 Agosto 1830. Le numerose traversie subite nel tempo, misero a dura prova la già precaria situazione degli affreschi in esso contenuti. Diverse sono le ipotesi sull’uso di tale antica costruzione, ma il luogo dove si trova, la forma ed il contenuto delle pitture, fanno supporre (ed è questa l’opinione più accreditata presso gli studiosi) che appartenesse al coro della millenaria Cattedrale. La struttura ha forma semicircolare, con il basamento liscio sormontato da una fascia ornamentale in stucco, sopra la quale sono effigiate sei immagini di Apostoli, chiuse in cornici ovali, sempre di stucco, che gli studiosi accostano all’arte carolingia tarda (2 metà sec IX). Ricoperto di terra subito dopo lo scavo, il prezioso monumento fu recuperato alla fine del secolo XIX grazie ad un dettagliato disegno eseguito dal protomastro adriese Giacinto Barbuiani. Alcuni studiosi hanno espresso la convinzione che la piccola abside affrescata fosse affiancata da altre due piccole absidi, com’era negli usi dell’epoca.
CATTEDRALE DI SAN GIOVANNI
Ricostruita nel 1400, più volte restaurata ed ampliata, fu riconsacrata nel 1644 dal Vescovo Savio. Del vecchio edificio rimangono due campate e tre navi, essendo stata la chiesa in parte demolita nel sec. XIX per lasciare spazio alla Cattedrale maggiore. Anticamente la chiesa era ornata da opere insigni, tra cui due altari in cotto eseguiti da Michele da Firenze (1440 ca.), di cui si conservano alcuni preziosi frammenti. A seguito della demolizione alcuni altari furono trasferiti nella cattedrale nuova. Per molti secoli la Chiesa accolse le salme di Vescovi e prelati, nonché di illustri personaggi adriesi tra cui Luigi Groto detto il Cieco (1541-1585). II titolo di San Giovanni deriva alla chiesa dall’espressivo bassorilievo dell’altare maggiore raffigurante il Battesimo di Gesù, opera ultima dello scultore bolognese Gaetano Samoggia (1943). Dello stesso autore i bassorilievi degli evangelisti presenti sulle pareti in alto e gli stemmi dei Vescovi diocesani succedutisi sino ad oggi sulle pareti laterali.